Le Digital Pr sono una strategia che serve ad aumentare l’awareness nei confronti di un brand, di un prodotto o di un servizio, sfruttando strumenti online.

È una evoluzione delle Pr tradizionali, per il semplice fatto che adesso è necessario raggiungere un’audience che si muove su ambiti non più puramente offline.

Chi si occupa di Digital Pr non deve solo essere bravo a comunicare, ma deve sapere come funziona la Seo, deve conoscere strategie di content marketing e sapere come interfacciarsi con gli influencer che possono dare risalto a un messaggio. Per ultimo, ma non per importanza, conoscere il mondo dei social media rappresenta un elemento basilare.

Digitali e Analogiche…

Commettere l’errore di pensare che basti pubblicare dei post sui social e ingaggiare un influencer per costruire una strategia di marketing efficace è un errore molto grave.

Certo, fino a qualche tempo fa, il compito principale di un’agenzia era quella di far pubblicare la notizia al più vasto numero possibile di giornali. Parliamoci chiaro, questa cosa non è passata di moda. Quando una testata importante parla di un nostro cliente perché ha trovato interessante e “utile” il contenuto di un comunicato stampa, si tratta sempre di un successo perché alimenta la credibilità del brand che rappresentiamo.  Fare Digital Pr, vuol dire però amplificare quella notizia sui canali online che possono aumentare il rumore mediatico. Un post su LinkedIn, Facebook oppure un tweet (in base al canale che reputiamo più attinente al brand) possono aggiungere benzina sul fuoco della comunicazione.

Non bisogna mai ragionare su compartimenti stagni, tutto il mondo della comunicazione vive di relazioni e contaminazioni fra le varie aree che lo compongono.

Cosa comporta fare Digital Pr?

Il mestiere della comunicazione si è evoluto, ma le regole del mondo analogico non vanno assolutamente perse. Un professionista delle pubbliche relazioni deve sapere interfacciarsi con i nuovi strumenti, ma deve anche saper scrivere, dialogare, raccontare, focalizzandosi sui trend che vanno per la maggiore in un determinato momento. Tutto questo per offrire al proprio cliente il miglior tipo di esposizione mediatica possibile.

Ma in pratica cosa bisogna fare?

  • Essere in grado di scrivere comunicati stampa incisivi e concisi, considerando che un papiro di quattro pagine finirebbe probabilmente nel cestino.
  • Costruire e coltivare relazioni con giornalisti e blogger perché essere pubblicati non è mai automatico.
  • Avere rispetto per il lavoro dei media, tanto quanto noi ce l’aspettiamo per il nostro. Se noi stessi non pubblicheremmo un comunicato che abbiamo scritto, perché troppo “aziendale”, noioso o privo d’interesse, dobbiamo essere chiari con il cliente e non biasimare un giornalista che, facendo il proprio lavoro, decide di ignorarlo.
  • Organizzare interviste e recensioni online.
  • Pubblicare anche online i contenuti che vogliamo far circolare.
  • Fare molta attenzione alle url e alle parole chiave che inseriamo nei nostri comunicati, considerando che quei collegamenti potranno essere backlink molto preziosi e le keyword utilizzate contribuiranno a identificare il brand o il prodotto/servizio di cui parliamo.
  • Ricordiamoci sempre che il medium è il messaggio (Marshall McLuhan). Il racconto assume valore diverso in base allo strumento che lo veicola. Meglio poche uscite di valore che tanto rumore… per nulla.